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Strafalcioni presidenti

Dopo gli strafalcioni dei giocatori, Animal Sport ha posto in una CLASCHIFICA i 5 presidenti di società calcistiche italiane che hanno emesso e trasmesso oralmente le più intellettualmente travolgenti e stravolgenti dichiarazioni che apparecchio audio/video abbia mai registrato:

N°5 – Antonio Sibilia. Memorabile ex presidente dell’Avellino, alla richiesta: “Il portiere vuole i guanti nuovi”, rispose: “Ah no, o li compriamo a tutti o a nessuno!”, poi assaggiando salmone affumicato disse: “Cameriere, questo prosciutto sa di pesce!” e una domenica estiva del ‘96 al centrocampista argentino Leonardo Ricatti prima di acquisirlo dal Club Almirante Brown: “Prima vai dal barbiere, poi discutiamo di provini e ingaggi: all’Avellino i capelloni non hanno mai trovato ubicazione. Hai 24 ore!” Risposta del giocatore: “Ma presidente, il lunedì i barbieri sono tutti chiusi”. E quell’anno Ricatti finì al Giulianova;

N°4 – Angelo Massimino. Ex presidente storico del Catania, a cui è stato dedicato lo stadio, probabilmente anche grazie a queste dichiarazioni: “Non me ne andrò con le pile nel sacco anche se mi rompono le uova sul paniere”, “Mangio poco perché ho una brutta tendenza all’ingrassaggio”, “Ho un figlio che è un vero studioso, mentre l’altro è un poco lassativo” e in un’intervista dopo che il giornalista gli disse: “Presidente, ora con questi giocatori nuovi al Catania mancherà di sicuro amalgama”, rispose: “Dimmi in che squadra sta Amalgama che lo compero!”;

N°3 – Giovanni Di Stefano. Ex presidente del Campobasso negli anni ’90 e faccendiere che avrebbe potuto a suo dire difendere Hitler e Satana (e senza aver conseguito alcuna laurea in legge), fu amico di Slobodan Milošević e in contatto con Saddam, colpevole di 27 reati (tra cui truffa, frode, riciclaggio, ecc) e condannato l’anno scorso a 14 anni. Ma il peggio lo diede sicuramente con queste interviste: “Se non c’era il calcio, non c’era il lavoro per l’albitro”, “Intro anno 2000 andiamo in Serie A, tutti adesso ridono però poi dopo si dice ridimo nel sedere quando ce la facciamo e ce lo facciamo” e “Quello str*nzo dell’albitro l’ha ammonit per una cosa veramente di stupidaggini. E tam tam tam tam ammonisce qui ammonisce qui con questo cartellino che se lo deve meritare nel sedere”;

N°2 – Luigi Pignatelli. Ex presidente del Taranto negli anni ‘80, Cavaliere in quanto sempre in sella a dire castronerie: “Voglio bene a tutti ma di più a quelli più anziano”, “Come stanno i giocatori di anima? Perché io questa notte non ho chiuso un occhio, ho molto pensieri!”, guardando la foto della nuova squadra: “E chi è stu Accosciati? Chi l’ha comprato?” e infine durante un’intervista: “Siamo contento, molto contentissimo e alla fine della partita abbiamo andati tutti a mangiare al ristorante” -“Presidente, siamo andati” ribatté il giornalista- “Ah, pur tu è vnut, nun taggh vist”;

N°1 – Pasquale Bellomo. Ex presidente del Monopoli negli anni ‘90, era solito giocare con l’italiano: “Se potrei fare il primo posto eh, sarebbe l’ottimale”, “Certamente ci sono creduto che avremmo qualificarci”, “Era fuorigioco! L’hanno visto tutti che l’arbitro aveva il braccio in piedi!” e l’incredibile “Battute per battute gli voglio dirgli che nella vita sta lì mentre scendi per strada e trovi davanti una pozzanga che fai gli mette il piede dentro? Lo tenti di non metterlo, altrimenti si sporca. Quindi il suo fondamenti non li fa nella melva ma li fa per almeno sulla roccia e se qualche volta non riesce sulla roccia glieli fa su un carpo però riesce a stare sempre in verticale non in orizzontale. Questa è l’unica cosa che gli posso dire, quindi ero sereno, ero tranquillo che il Monopoli avevo sempre detto che era ed è, parteciperà all’ottavo campionato di C1”.

 

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