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Juve Campione d’Italia

juve campione
2018 la settima meraviglia consecutiva della Juventus si è compiuta!
Uno scudetto di record ma sopratutto carico di messaggi contro voci e antijuventini che ci hanno seguito tutta la stagione.
E’ stato il quarto titolo di Massimiliano Allegri ed ha un sapore speciale: mai come quest’anno la Juve ha avuto tanto filo da torcere e mai come quest’anno i bianconeri hanno dato l’impressione di poterlo perdere.
Ora ci prepariamo a festeggiare sabato alla faccia ell’Italia che ci ha odiato tanto…..
NOI FESTEGGIAMO LORO GUARDANO!!!!

LE PAGELLE di Sportmediaset

ALLEGRI 9,5 – Vero che ha avuto la rosa più completa e forte, ma ancora una volta l’allenatore toscano è stato un mago nella gestione di tanti campioni. La sua impronta è indelebile, perché ha saputo cambiare volto alla squadra a seconda dell’avversaria. Bravissimo anche a non perdere la bussola dopo la brutta sconfitta con il Napoli. Contro l’Inter, il match che in pratica è valso lo scudetto, ha avuto coraggio (Cuadrado terzino e Dybala in panchina) e poi ha azzeccato i cambi al contrario di Spalletti.

BUFFON 10 – Il voto è ovviamente alla carriera e non può che essere il massimo per uno dei più forti portieri della storia del calcio mondiale. In questa ultima stagione, Allegri lo ha alternato con Szczesny, il suo erede designato, con ottimi risultati, visto che quella bianconera si è confermata la miglior difesa del campionato. Un problema muscolare l’ho ha costretto ai box per un mese e mezzo tra dicembre e gennaio, ma come sempre il suo contributo alla causa è stato fondamentale.

SZCZESNY 7,5 – Si è alternato alla difesa della porta bianconera con Buffon ed è stato sempre all’altezza. Solo 9 gol subiti in 17 partite, delle quali ben 11 chiuse a porta inviolata. Si è guadagnato sul campo il ruolo di numero 1 indiscusso per la prossima stagione. La parata più decisiva quella su Schick all’andata contro la sua ex Roma, un riflesso dal valore di un gol.

BENATIA 8 – Chiamato a riscattare una stagione sottotono e a raccogliere la pesante eredità di Bonucci, il difensore marocchino è stato senza dubbio la nota più lieta della retroguardia. Ci ha messo un po’ a carburare e a conquistare la fiducia incondizionata di Allegri, ma da fine novembre ha fatto fare il salto di qualità a tutto il reparto. Con l’ex Bayern in campo la Juve ha preso solo 8 gol. Ciliegina sulla torta il gol da tre punti alla Roma. E Bonucci è ormai solo un dolce ricordo.

CHIELLINI 7,5 – La carta d’identità dice 33, ma il centrale livornese è stato ancora una volta uno dei punti di forza di Allegri, bravo a gestirlo e a farlo rifiatare al momento giusto. Con Benatia l’intesa è cresciuta gara dopo gara, tanto che la coppia è stata fondamentale nella lunga striscia bianconera (1 solo gol subito in 16 gare tra il 26 novembre e il 13 marzo).

DE SCIGLIO 5,5 – Fortemente voluto da Allegri la scorsa estate, la stagione dell’ex terzino del Milan è stata costellata da diversi infortuni che ne hanno limitato il rendimento. Solo 11 le presenze in campionato, senza praticamente mai incantare. Un passo avanti rispetto alle ultime uscite con il Milan, ma complessivamente un rendimento che non arriva alla sufficienza.

ALEX SANDRO 6 – Stagione sotto le aspettative per il terzino brasiliano, probabilmente distratto dalle tante voci di mercato che lo hanno riguardato. Pochi gli acuti in stagione, le sue gare migliori i due derby e la sfida casalinga contro il Sassuolo. Allegri lo ha anche impiegato esterno d’attacco per necessità. Una stagione appena sufficiente, ben lontana dagli standard di quella precedente.

KHEDIRA 8 – L’infortunio al ginocchio di inizio stagione che lo ha tenuto fuori un mese non faceva presagire nulla di buono, ma alla fine il centrocampista tedesco ha dato il suo solito grande contributo in mezzo al campo e ha trovato un inaspettato feeling con il gol. Sono già nove in campionato, come mai prima in carriera.

PJANIC 8,5 – Altra stagione pazzesca del fuoriclasse bosniaco, fulcro del gioco dei bianconeri. Quando gira lui, la squadra di Allegri vola. Non a caso con lui in campo i bianconeri hanno perso solo una partita (con il Napoli) e senza di lui (Sampdoria a Marassi, Lazio allo Stadium e trasferta di Crotone) hanno offerto il loro lato peggiore. Quattro gol in stagione e 11 assist i numeri che confermano l’importanza vitale dell’ex Roma.

MATUIDI 8 – “Matuidi ha una qualità straordinaria: sta zitto, corre e rincorre”. Parole di Max Allegri che si è subito innamorato di questo instancabile centrocampista francese. Con il suo arrivo il 4-2-3-1 che aveva fatto le fortune nella passata stagione è diventato un modulo di ripiego e con il centrocampo a tre il tecnico ha trovato l’equilibrio mancato a inizio stagione. Un incontrista dai piedi buoni l’ex Psg, diventato presto un leader insostituibile.

DOUGLAS COSTA 9 
– Allegri, come sua consuetudine con gli ultimi arrivati, lo ha inserito gradualmente in squadra e con il 2018 il talento del brasiliano è esploso in tutta la sua bellezza. Con la sua velocità e capacità nel saltare l’uomo nell’uno contro uno, l’ex Bayern Monaco è diventato travolgente e inarrestabile. Quattro i suoi centri in campionato (da tre punti quello al Genoa, prezioso come l’oro quello all’Inter), ma a spiccare sono gli assist, la bellezza di 12. La sua gara più bella i 46′ giocati contro la Sampdoria, in cui ha servito tre passaggi vincenti ai compagni.

DYBALA 7,5 – A livello realizzativo è stata la sua migliore annata(21 reti), ma anche un campione come lui non è riuscito a dribblare le critiche. Partito alla grandissima (11 gol nelle prime 6 partite), la Joya si è poi un po’ appannata perdendo il feeling con il gol tra ottobre e febbraio (solo 4 centri), anche a causa di un problema muscolare. Il risveglio di marzo (7 centri) lo ha rimesso in carreggiata prima della bocciatura di Allegri contro il Napoli. Una stagione comunque positiva, anche se con tante pause. Forse troppe.

HIGUAIN 9 – Se ci fermiamo ai freddi numeri, non c’è dubbio che quest’anno l’argentino abbia segnato meno rispetto allo scorso anno. Colpa di un paio di periodi no (per due volte una striscia di sei gare senza segnare). Ma è la qualità dei gol a fare la differenza. Pesantissimi, in particolare, quattro segnati fuori casa: i due al Milan a San Siro, il gol che ha deciso la sfida d’andata con il Napoli e quello pesantissimo nel finale contro l’Inter. Fondamentale.

MANDZUKIC 6 – Allegri prima di rinunciare a lui ci pensa sempre non una ma due volte, ma non c’è dubbio che quest’anno quando ha giocato largo a sinistra ha fatto molta più fatica rispetto alla scorsa stagione. La sua fisicità è essenziale in questa squadra, ma Cuadrado, Douglas Costa e Bernardeschi hanno regalato soluzioni alternative all’allenatore. Davvero poco incisivo in zona-gol, ma l’impegno è sempre stato encomiabile.

BERNARDESCHI 7 – Entrato in punta di piedi nello spogliatoio bianconero, dopo un periodo di apprendistato ha piano piano guadagnato spazio. Solo sei le gare dall’inizio per l’ex Fiorentina, che però dalla panchina ha spesso tolto le castagne dal fuoco ad Allegri. Pesantissimo il gol da tre punti di Cagliari, è l’emblema di quanto sia completa e competitiva l’intera rosa bianconera. Peccato il problema al ginocchio che lo ha tenuto a lungo fuori tra marzo e aprile.

CUADRADO 7 – La pubalgia lo ha tenuto fuori per due mesi e mezzo in una fase cruciale tra gennaio e marzo e appena tornato in campo ha segnato il gol-vittoria contro il Milan. Bravissimo nell’uno contro uno e a creare superiorità numerica, il colombiano è giocatore su cui Allegri fa sempre grande affidamento, anche a gara in corso quando gli avversari cominciano a essere stanchi. Contro l’Inter ha giocato terzino: dopo un inizio così così, l’ex Chelsea si è riscattato con l’assist a Douglas Costa e il tiro deviato da Skriniar per il momentaneo 2-2.

RUGANI 5,5 – Dopo l’addio di Bonucci doveva essere l’anno della sua consacrazione, ma così non è stato. Benatia lo ha velocemente superato nelle gerarchie di Allegri e per il giovane difensore quella che si sta per chiudere è stata l’ennesima stagione passata più in panchina che in campo. Forse non è solo un caso, ma quando esce dai titolari la Juve comincia a non subire più gol. La prova negativa contro l’Inter ha ridato fiato ai suoi detrattori.

BARZAGLI 6 – Il tempo è implacabile e non si può fermare. Se ne è accorto il 37enne centrale, sempre utile alla causa, ma meno decisivo che nel recente passato. Allegri è spesso ricorso alla sua esperienza, adattandolo anche come terzino destro. E il campione del mondo 2006, gara con l’Inter a San Siro a parte, ha sempre risposto presente con prove attente e ordinate.

MARCHISIO 5,5 – Anche quest’anno la stagione del Principino è stata condizionata dagli infortuni. Un problema al ginocchio a fine agosto lo ha tenuto fuori quasi due mesi. Con lui in campo la Juve ha sempre vinto a parte la trasferta di Crotone, ma Allegri gli ha riservato prevalentemente scampoli di partita e il suo contributo al 7° titolo di fila è stato davvero marginale. Mai una parola fuori posto, rimane sempre uno dei leader dello spogliatoio.

BENTANCUR 6 – A dispetto dei soli 20 anni, il centrocampista uruguayano ha mostrato in campo grande personalità e non ha deluso quando Allegri lo ha chiamato in causa. Per lo più ha giocato piccoli spezzoni di gara, ma non è facile (chiedere a Marchisio) trovare spazio quando davanti hai gente come Pjanic, Khedira e Matuidi.

LICHTSTEINER 5,5 – Come l’anno scorso parte in fondo alle gerarchie di Allegri, ma alla fine riesce sempre a ritagliarsi il suo spazio. Niente di memorabile quella che dovrebbe essere l’ultima stagione a Torino del 34enne terzino svizzero. L’età passa per tutti e la corsa non è più quella dei momenti migliori. Un rendimento complessivo che non raggiunge la suffcienza. 

ASAMOAH 6,5 – Il ghanese, all’ultima stagione a Torino, è stato la solita garanzia. Affidabilissimo cambio di Alex Sandro, ha sempre risposto positivamente quando Allegri lo ha gettato nella mischia. Una fiducia cieca quella dell’allenatore, tanto che il jolly bianconero ha giocato titolare diversi big match, come i doppi confronti con Napoli e Milan.

HOWEDES SV – Stagione condizionata dai tanti infortuni quella del difensore tedesco, che ha collezionato solo tre presenze. Il gol alla Sampdoria giusto premio contro la sfortuna, ma il suo contributo al settimo scudetto è stato davvero ininfluente.

STURARO SV – L’arrivo di Matuidi ha ridotto ulteriormente il già esiguo spazio a lui riservato. Sono solo 11 le presenze in Serie, di cui solo tre per 90 minuti, per un totale di 570′. Un contrbuto davvero limitato alla causa.

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